La fortificazione era a pianta trapezoidale con torrione circolare; fu ampliato dalla Repubblica Genovese nel XVII secolo che ne operò il completamento con un secondo nucleo più alto a pianta quadrangolare, con quattro bastioni. Della più antica struttura restano le cortine murarie poste a settentrione, oggi interne al castello, ed il lembo delle mura urbane che scendono in direzione della Piazza Sant’Agostino. Nel XVIII Secolo La Spezia divenne Prefettura marittima sotto la dominazione napoleonica. Lo stesso Napoleone pose le basi del progetto per creare un arsenale militare, poi realizzato da Domenico Chiodo.
La creazione dell’Arsenale cambiò la fisionomia del borgo: le mura difensive furono abbattute e cambiò la planimetria del centro storico.
In questo periodo sono sorti i palazzi ed il porticato di via Chiodo ed il quartiere del mercato dando vita al nuovo centro storico – economico.
Proprio a seguito dell’avvio delle attività del grande Arsenale, furono costruite le nuove mura urbane dotate di relative porte (Castellazzo e Isolabella ancora esistenti, Genova, Pegazzano e Roca perdute) e i numerosi forti a protezione del Golfo. Possiamo imbatterci in alcuni di questi forti percorrendo gli innumerevoli sentieri dell’arco collinare spezzino. Vogliamo ricordare tra i tanti il forte Bramapane, uno dei pochi ancor visitabile anche se in gran parte ridotto a rudere, che si trova nei pressi del valico del Parodi, adiacente al sentiero numero 1 delle Cinque Terre (sentiero rosso: Portovenere – Levanto), sulla vetta dell’omonimo monte a circa 600 metri d’altitudine; il forte aveva in passato funzione di difesa sia per gli attacchi via mare che per quelli via terra dato che dal piazzale si può godere di una splendida vista del golfo.
Spostandoci dal centro spezzino si possono ancora cogliere numerose testimonianze di un passato che è ancora scolpito nelle caratteristiche urbane dei borghi.
L’abitato di Portovenere fu cinto da un sistema difensivo (sec. XII) dai genovesi, la cui impronta è ben visibile anche nel borgo. Furono costruite delle case-torri, disposte in fila sulla riva, fu edificata la cinta muraria, presidiata da torrioni, che si inerpicava sino al castello.
L’entrata nel borgo è formata da una porta in stile romanico, al di sopra portante la scritta "Colonia Ianuensis 1113", mentre nella sua parte interna si trova un affresco quattrocentesco raffigurante la "Madonna Bianca", patrona del paese.
Le case che si affacciano sul porto sono alte e strette, con le facciate dai colori forti. Le case hanno due ingressi, uno verso la spiaggia, per le barche, e uno che dà sulla strada interna, il carruggio che corre parallelo alla costa ma ad una quota più alta.
Girando a sinistra dopo la porta d’ingresso vi è la Torre Capitolare, mentre andando dritti vi è il carruggio principale, via Cappellini, che rappresenta un tipico avanzo del passato, con caratteristiche che ne fanno un resto monumentale.
Inoltrandosi nel carruggio, sulla sinistra si incontrano due caratteristiche scalinate a volta, dette del I° e del II° Capitolo. Anticamente queste scalinate permettevano l’accesso alla scogliera che cingeva le case-fortezza, mentre oggi conducono alla "Calata" sulla quale si svolge gran parte dell’attività marinara e turistica. Dominante su tutto il borgo di Portovenere troviamo il castello Doria, fatto costruire dai genovesi nel 1161. Il castello si presenta in due grandi corpi distinti: un “corpo basso” con prospetto e portone d’ingresso principale sul borgo sottostante, ed un “corpo alto”, che appartiene al periodo della ricostruzione del 1458, che incorpora la rimanente struttura, la porta monumentale e la grande “sala ipôstile” (il nome deriva dai templi antichi coperti da tetto piano sostenuto da colonne). Sopra la suddetta “sala ipôstile” è situata la “Casa del Castellano”, poiché nel 1500 nel castello risiedeva un castellano o capitano del popolo, indipendente dal podestà di Porto Venere.
Continuando il nostro “percorso storico” giungiamo a Lerici, denominata “la perla del Golfo”. La sua storia non ebbe mai momenti bui, semmai periodi ancora da decifrare, di cui non vi sono notizie certe. Lerici fu particolarmente legata per la sua vicinanza a Luni al popolo Etrusco, ed è nel VII sec. a.C. che questi occuparono il golfo e fondarono la città di Luni.
Per la sua importanza come porto, Lerici fu conteso sin dal tempo dei Romani e utilizzato a scopo militare e commerciale. Successivamente fu porto importante nel Medioevo, sempre legato al dominio del Vescovo di Luni: vi approdavano viandanti, pellegrini e mercanti che volevano, attraverso il nodo nevralgico di Sarzana, raggiungere il nord Italia e il centro Europa. Qui vi era una diramazione della via Francigena, da Lerici partivano i pellegrini per Santiago de Compostela e per Roma.
Fra i monumenti più importanti di Lerici il castello San Giorgio è sicuramente il più rilevante.
Il castello domina l'abitato dall'alto di un promontorio roccioso ed è considerato uno dei più belli di tutta la Liguria. Eretto dai Pisani nella prima metà del '200, conserva pressoché intatte le mura esterne ed è in buone condizioni anche la piccola cappella duecentesca di stile gotico – ligure, dedicata a Santa Anastasia, che sorge all'interno.
Risalendo dall’abitato di Lerici e percorrendo la provinciale 432 in direzione Toscana, si giunge dopo circa 15 km a Luni mare, nei cui pressi si trovano i resti dell’antica colonia romana di Luni.
Luni venne fondata dai romani nell’ anno 177 a.C. come città militare, allo scopo di creare un baluardo di difesa contro le incursioni delle popolazioni degli Apuo – Liguri. Delle mura restano molti tratti di fondazione mentre dell'impianto castrense rimangono il cardo e il decumanus, il cui incrocio è nel luogo dove sorge il Museo Nazionale Archeologico. All'esterno delle cinte murarie si elevano i resti dell'imponente teatro ellittico costruito nel I secolo D.C., di esso rimangono i grandi archi delle strutture delle gradinate ormai spoglie di ogni decorazione. Recentemente la Sovrintendenza Archeologica ha provveduto a delimitare tutta l’area archeologica tramite una recinzione che oltre a proteggere e delimitare precisamente il sito indirizza opportunamente il visitatore verso il Museo ed altri itinerari didattici.
Terminiamo il nostro viaggio alla scoperta dei tesori storici artistici della provincia giungendo a Sarzana; il toponimo Sarzana appare citato per la prima volta in un diploma dell'imperatore Ottone I datato 19 maggio 963, che riconosce al Vescovo di Luni il possesso del “Castrum Sarzanae”, situato approssimativamente dove sorge attualmente la fortezza di Sarzanello; il castello aveva una funzione di controllo sulle importanti strade di fondovalle. La nascita e lo sviluppo di Sarzana sono probabilmente da mettere in relazione con la decadenza della vicina Luni.
Il nucleo interno di Sarzana è costituito dalla “Cittadella” che costituisce un valido esempio dell'architettura militare rinascimentale. Situata presso l'angolo di Sud-Est della cinta muraria della città si presenta come una delle opere castellane più imponenti di tutta la Liguria. La Cittadella è dominata dalla vicina fortezza di Sarzanello, situata sulla sommità dell’omonimo colle.
|